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SEGATURA A TUTELA DELLA PIANTE DI POMODORO

Segatura a tutela delle piante di pomodoro
La terra della campagna modenese, dove  i trattori per  poterla lavorare avevano la necessità di essere  cingolati, in estate si spaccava sotto il sole cocente e creava zolle grandi come voragini. Non a caso la campagna lungo il Secchia, sul percorso che porta verso Ferrara, produceva delle eccellenti angurie.
In questa realtà la produzione orticola famigliare  andava protetta e soprattutto le piante di pomodoro che, pur essendo  delicate, hanno bisogno sia di sole sia di acqua e frescura alle radici,
Nel periodo più caldo tra la metà di giugno ed il momento della raccolta, alla metà di agosto, sia quando le piogge ed i temporali tardavano ad arrivare  sia quando soffiava il vento, si preparava il manto di segatura a copertura del terreno dove erano coltivate le piante di pomodoro ed alla mattina molto presto si bagnava questa segatura in modo tale che creasse uno strato protettivo di frescura tra i raggi del sole ed il terreno e le radici potessero godere di questa umidità evitando che la terra si inaridisse con traumi e pericoli alle piante. Questa operazione si effettuava spesso iniziando quando le piantine avevano un’altezza di circa 15 cm.
I temporali di agosto erano il segnale che il clima stava cambiando e solo allora lo stato di allerta poteva cessare. Il grande caldo iniziava a calare lasciando lo spazio alla frescura, le angurie non erano più eccellenti e quindi ne rallentava anche il consumo e ci si preparava alla raccolta dei pomodori ed al rito della salsa che, come spesso succedeva per i grandi eventi, coinvolgeva tutta la famiglia e dove ognuno aveva un ruolo ben preciso sotto la guida del nonno Faustino e della “rasdora” la nonna Teresa.
Oggi, come allora, la Celestina stende lo strato di segatura alla base dei pomodori quando necessita e all’alba lo annaffia in attesa della crescita e della raccolta che nella settimana di ferragosto ci coinvolgerà tutti.