Orti scolastici

ATTIVITA' NEGLI ORTI DELLE SCUOLE DI PISA

Inviato da Giuliano Meini

Attività nell’orto:

            Stagione invernale:

  • nelle scuole, sui terreni già lavorati, verrà rilavorato, ripulito e concimato il terreno per l’impianto e la semina di specie orticole invernali, quali bietole, lattughe etc. Ove possibile, l’area lavorata verrà ampliata per consentire ad un maggior numero di bambini la fruizione dell’orto scolastico, essendo la superficie ottimale per ogni bambino un quadrato di circa 80cm X 80cm con un adeguato passello tra i vari appezzamenti;
  • ai bambini verrà insegnata “l’analisi del terreno” utile ad acquisire la consapevolezza della composizione chimica e strutturale del terreno;
  • ad ogni classe verrà dato da coltivare un orticello idroponico;
  • alle classi che ne faranno richiesta verrà somministrato il modulo “Viaggio intorno al seme” utile ad acquisire la consapevolezza del completo ciclo di semina, crescita, produzione e raccolta del seme degli ortaggi e delle piante in genere.

Stagione primaverile:

  • in ogni giardino scolastico verranno piantate alcune piante di vite, frutto caratteristico della cultura mediterranea.
  • con l’avvento del bel tempo, e successivamente ad una nuova pulizia del terreno dedicato all’orto, potranno essere iniziate le nuove attività di coltivazione, piantando fragole, insalate, etc. per la raccolta di fine maggio.
  • verranno attivate in classe le attività di educazione sensoriale coadiuvate dagli esperti coinvolti nel progetto.

Coadiutori del progetto: Per sostenere al meglio le attività di coltura e di didattica agronomica, ogni classe aderente al progetto usufruirà di un coadiutore che dedicherà nella stagione primaverile un’ora la settimana alle attività inerenti a questo progetto. Sia per la prima discesa in campo, durante la quale si insegnerà ai bambini a piantare ed a seminare, sia per le attività successive e di educazione sensoriale.
Programma laboratorio: presso l’orto didattico e l’aula-laboratorio dell’Azienda Maurizio Pacini Sono organizzati tre tipologie di percorsi didattici a seconda dell’età dei bambini, costituiti da una, due o tre visite della durata di circa 90 minuti ciascuna. Per i più piccoli è prevista una sola visita, in primavera quando l’orto didattico comincia ad essere piantato. Per i più grandi (9-13 anni) sono previste due o tre visite di maggior approfondimento scientifico. Per tutti sono comunque previsti materiali audio-visivi che potranno fruire dal sito.

Attività collaterali

Stimolazione alla creazione di materiali narrativi:

  • proiezione di documentari con votazione da parte dei bambini e premiazione
  • PAT (Paesaggio Ambiente Territorio)  festival:
    • concorso PAT/video per filmati realizzati dai bambini
    • concorso PAT/image per disegni/manifesti realizzati dai bambini
    • concorso PAT/script  per racconti scritti dai bambini

Gioco culinario “good mamy”

  • le mamme di tutti i bambini potranno partecipare, con ricette a base di verdura ma non esclusivamente vegetariane, al concorso per la verdura più gustosa. Le ricette, basate sul principio del “buono e sano”, verranno valutate da una commissione di bambini che durante l’anno scolastico verranno adeguatamente addestrati mediante brevi e semplici corsi di assaggio per il miglioramento del gusto. Scopo di questo gioco è spingere i bambini a gustare piatti a base di verdura

Materiali editoriali:

  • Stampa di 3000 cartelline riportanti le informazioni didattiche di base ed utili a contenere gli elaborati dei bambini.
  • Tutti i materiali prodotti e raccolti durante le visite dei coadiutori verranno editati e pubblicati sul sito “???”, che raccoglierà anche diversi materiali di supporto all’attività didattica.
  • Per i tre concorsi ed il gioco culinario sono previsti piccoli premi, individuali o collettivi.

Conferenze/spettacoli:

  • per bambini su vari argomenti inerenti agli orti, alla qualità del cibo, all’adozione di salutari stili di vita. Queste brevi conferenze/lezioni della durata di una decina di minuti saranno tenute in concomitanza di attività sportive per bambini. A fine attività ad ogni bambino verrà regalata una vaschetta di piantine da orto da portare a casa.
  • Incontri/conferenze/lezioni più importanti saranno tenute nell’aula-laboratorio e sostenute con filmati e materiali audiovisivi.

Le cartoline: adottiamo un “orto lontano”

  • verrà ripetuta l’esperienza del disegno delle cartoline di auguri natalizi per il finanziamento dell’ “orto lontano” della comunità di Corumbà gemellata col Comune di Pisa. Attraverso vari videocollegamenti mediante Internet le due comunità di bambini, quella pisana e quella brasiliana, si terranno in contatto ed aggiornate sui risultati delle attività.

 

Programma

 

  1. cartoline: distribuzione di 3000 cartoline da disegnare dai bambini delle scuole aderenti. Raccolta entro il 10 dicembre e vendita al pubblico.
  2. Novembre-Dicembre: concimazione, analisi e prelavorazione dei terreni delle scuole aderenti. Calcolo della superficie necessaria basato su: numero bambini (ad ogni bambino andrebbe assegnato da 0.5 a 1 mq) e numero degli adulti responsabili (ogni 20 bambini serve un adulto che spenda almeno un ora la settimana). Ove presente il composter, inizio compostaggio. Primo corso formazione di Slow Food sulla sensorialtà
  3. Gennaio-Febbraio-Marzo: corsi formazione di Slow Food; visite all’aula-laboratorio dei bambini (vedi programma visite laboratorio); semina ove possibile; raccolta e preparazione del materiale da pubblicare. Piantumazione piante di vite.
  4. Marzo-Aprile: piantumazione e coltura orto. Eventuale seconda visita all’aula-laboratorio.
  5. Maggio: coltura e raccolta. Chiusura e premiazione dei vari concorsi.

Cronogrammi esemplificativi da moltiplicare per il numero di scuole e di classi aderenti al progetto:
per ogni giardino:
3 Novembre, ore 10-11: raccolta campione terreno per analisi
10 Novembre, ore 10-11: lavorazione terreno e deposito concimazione
10 Marzo, ore 10-11: lavorazione terreno e pulizia infestanti
ogni 1-2 classi:
11 Marzo, ore 10-11: segmentazione terreno, piantumazione viti e orto
18 Marzo, ore 10-11: controllo trapianto, lezione in campo su specie/varietà
25 Marzo, ore 10-11: lezione sulla sensorialità, avviamento al gusto
8 Aprile, ore 10-11: lezione sul polline, sugli insetti pronubi e su quelli nocivi, parassiti, etc.
22 Aprile, ore 10-11: controllo orto, estirpazione infestanti, cura terreno, prime raccolte
6 Maggio, ore 10-11: lezione su varietà e produzione locale
20 Maggio, ore 10-11: raccolta finale

Premessa

            Aiutare i bambini ad assumere stili di vita salutari per loro e per l’ambiente in cui vivono, ed aiutarli a passare da una relazione di “consumo funzionale” a quella di “consumo consapevole” ha effetti diretti  sulla loro salute, ma anche sul benessere che può dai bambini essere “iniettato” e trasmesso all’ambiente in cui vivono e nel mondo che costruiranno. Abituarsi alle buone pratiche di vita significa non solo vivere in movimento, imparare a scegliere gli alimenti giusti e ad assumere una buona igiene fisica e mentale, ma anche assumere la consapevolezza che ogni singola azione ha dei riflessi sul mondo circostante e, a diversi livelli, sul mondo futuro.
Mangiare è il primo degli atti che, pur sembrando individuali, hanno invece una forte ricaduta sociale, anche sulle economie sempre di più virtuosamente radicate nelle risorse locali e territoriali. Attraverso il cibo e attraverso la cultura dell’alimentazione passano molti contenuti, sintetizzabili in tre domini di competenza:
la sua qualità e la modalità della produzione, il rapporto col corpo, il rapporto con la società.
Qualità e modalità della produzione del cibo: buono
La Terra produce, per l’uso umano, il doppio del cibo che gli uomini consumano, lasciando poi quasi un miliardo di persone morire di fame. Tranne che in poche eccezioni, la qualità del cibo mediamente consumato è inversamente proporzionale alla ricchezza media della società che lo consuma. Questo dipende in gran parte dal fatto che la produzione, la distribuzione e la promozione del cibo è in mano a gruppi economici che vedono in esso solo l’aspetto di merce, puntando quindi a massimizzarne i profitti derivanti dall’attività economica connessa al segmento della filiera di competenza. In pochi decenni l’industria alimentare ha costruito una metodologia progettuale del cibo che, partendo dai simboli e dagli stili di vita pseudo-felicitanti, punta ad innalzare il margine di profitto aziendale piuttosto che la sua qualità. Esempio tipico è la progettualità del prodotto “merendina”, tecnicamente detto “prodotto da forno”:
come si può osservare, l’area del consumo elevato si posiziona presso i segmenti maschili e giovanili della popolazione, che tendono a privilegiare prodotti ricchi da un punto di vista nutrizionale e solitamente farciti al cioccolato. …[la progettazione del prodotto]  non può prescindere da un’analisi approfondita dell’influenza d’acquisto esercitata dai bambini, assai più pronunciata nel caso dei giocattoli, dove la decisione d’acquisto è determinata per quasi il 60% dal bambino, che in quello dei prodotti dolciari, dove è il 40% la parte decisionale affidata ai nostri piccoli.
“Come misurare il ritorno della pubblicità”, di Vittorio Bonori e Giorgio Tassinari, Edizioni ilsole24ore.
Pupazzetti, gadget e messaggi promozionali che spingono a ritenere che mangiare un certo biscotto fa diventare tigri e bere una certa bevanda fa diventare felici sono ormai succedanei della qualità dei prodotti. Migliorare la capacità di scegliere l’alimento giusto può per i nostri bambini essere un salva-vita di fortissima efficacia, ed aiutarli a considerare tra i parametri da valutare quando si fa una scelta di consumo anche l’induzione del bisogno da parte del produttore.
Il rapporto col corpo: pulito
“La sana dieta alimentare, ovvero una corretta alimentazione, è l’insieme dei comportamenti e dei rapporti nei confronti del cibo che permettono il mantenimento della propria salute nel rispetto dell’ambiente e degli altri. E’ opportuno ricordare che il termine “dieta” indica una selezione ragionata di alimenti, e non necessariamente un regime alimentare finalizzato ad ottenere una perdita di peso (ovvero una “dieta ipocalorica”). L’assunzione errata di alimenti, sia nella quantità che nella qualità, può essere uno dei fattori principali nella determinazione di stati patologici quali ipertensione, malattie dell’apparato cardiocircolatorio, obesità, diabete e alcune forme di tumori. Il rischio obesità, in particolare, è determinato sia da un eccesso di calorie introdotte, rispetto a quelle consumate, ma soprattutto, nell’età giovanile, da stili di vita sedentari, spesso omologati dalle famiglie. Considerando che a ciò si devono aggiungere fattori di rischio di tipo ambientale e genetici, la complessità degli elementi in gioco fa comprendere che è necessario intervenire, ove possibile, in maniera precoce. In particolare, per quanto riguarda l’alimentazione, la “prevenzione a tavola” deve iniziare già dall’infanzia e diventare patrimonio della cultura personale di ogni essere umano.” (da “Coltivare la salute a scuola: PROGETTO DI EDUCAZIONE ALIMENTARE E AL MOVIMENTO PER LE SCUOLE PRIMARIE DELLA VALDERA A.S.2009/2010”)
            A questi aspetti vanno aggiunti quelli derivanti dal rafforzamento della capacita del singolo di controllare le proprie pulsioni alimentari, utile a costruirsi un rapporto non morboso col cibo e col proprio corpo e ad imparare a riconoscere e controllare eventuali future dipendenze.
In questo senso l’educazione sensoriale è fondamentale, e propedeutica a passare dalla percezione del mangiare come funzione a quella di mangiare come piacere. In questo senso l’educazione al gusto diventa un elemento fondamentale per la crescita culturale del bambino. Come le altre attività del corpo che coinvolgono varie attività sensoriali, mangiare necessita di una consapevolezza che in ogni fascia di età può accompagnarci ad una corretto rapporto con noi stessi e con gli altri.
Il rapporto con la società: giusto
Quando si cammina per un sentiero delle nostre colline, e si getta uno sguardo a valle, si vedono dei campi, dei filari di vite, degli ulivi, un fiume, un ponte, qualche casolare, allevamenti e appezzamenti ad erba medica e a grano. Ed orti, e gente che lavora. In quello sguardo abbracciamo centinaia di anni e migliaia di mani e di cuori che hanno costruito quel paesaggio, senza che un architetto disegnasse cosa andava fatto, ma seguendo l’istinto civile della progettazione collettiva, dinamica nel tempo e nello spazio e diversa da valle a valle, da monte a monte, da popolo a popolo.
Il cibo è la stessa cosa, ma non si vede. In un pezzo di pane toscano si possono sentire centinaia di cucine e di ore lì trascorse, la selezione del grano, di tempi e di forni e di sapori relazionati ai companatichi che lì cuocevano.
Mangiare è una attività sociale, che comincia in casa e si sviluppa nella convivialità, fino ad arrivare ad essere un simbolo rituale. L’orto è il centro di questa conoscenza, il cuore delle attività per la cultura del territorio e del cibo. Non solo perché il ritorno alla coltivazione di migliaia di orti casalinghi può salvare la biodiversità che è alla base delle varietà locali e di un sano ecosistema, ma anche perché può aiutare ad acquisire la consapevolezza del lavoro necessario alla coltivazione, utile a sviluppare nel bambino la capacità di riconoscere un giusto prezzo al lavoro contadino ed alle competenze necessarie per trasformarlo in alimento, oltre alla consapevolezza del significato del “suolo”, vitale, fertile e carico di storia su esso radicata. Risorsa pubblica e limitata che, analogamente all’acqua ed all’aria, necessita di protezione da un uso insano, distruttivo e da un consumo indiscriminato.