Letture

L'EDUCAZIONE DI UN BOTANICO

Giorno fa mi trovavo a Kew Gardens. Avevo un appuntamento con Nigel Taylor, il curatore, e siccome sono persuasa che nella biografia di ogni grande appassionato c’è sempre un qualche seme piantato nei primi anni di vita, gli ho chiesto di raccontare a ortidipace le sue prime esperienze.

La sua vocazione, mi ha spiegato, risale ai cinque anni di età, quando una zia gli ha regalato i semi di alcune piante annuali, e la mamma gli ha concesso un metro quadro del giardino di casa. “I semi, o almeno alcuni, sono germinati e fioriti”;  questa prima soddisfazione ha tenuto vivo il piacere di sporcarsi le mani di terra. Più tardi, ormai adolescente, è diventato il responsabile dell’orto di casa, mentre a scuola gli erano affidati la società di giardinaggio, la serra e l’orto. “Mentre gli altri giocavano a calcio, io me stavo beato nella serra della scuola a innaffiare pomodori e cercare di convincere i compagni di scuola a togliere le erbacce. I  miei più bei ricordi sia a scuola che a casa sono legati alle piante, al punto che non potrei assolutamente immaginare di vivere senza un giardino. Ancora oggi, non pago di occuparmi del più grande giardino botanico del mondo, e di abitarvi con la mia famiglia, curo personalmente l’orto recintato da alte mura, dove coltivo in modo rigorosamente biologico. Ci lavoro la sera e ogni fine settimana, e questo mi mantiene in buona salute”. Nigel Taylor, mio coetaneo (è nato il 5 febbraio del 1956) è sposato con una botanica brasiliana di origine italiana, la dottoressa  Daniela Zappi. Condividono la passione per i cactus, motivo per cui sono stati soprannominati “la coppia pungente”. Non in senso metaforico.