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LAVORI DI MARZO

A marzo sarà bene controllare di essere davvero pronti ad affrontare il lavoro nell’orto! Sono tutti in ordine gli attrezzi di base? Vanga, zappa, forca a quattro punte, rastrello, pala, vanghetto, secchio, annaffiatoio, cesoie… E il terreno? In certi casi, possiamo accontentarci di buon terreno di riporto in grandi cassoni rialzati che faranno da aiuola. In una situazione campestre, spellicceremo il prato nell’area deputata alla coltivazione degli ortaggi, vi spargeremo uno spesso strato di letame maturo, vangheremo per interrare il letame. Sarà questa l’unica vangatura dell’orto anche per gli anni a venire, perché in seguito ci limiteremo per quanto possibile all’uso della forca. Infine, cospargeremo di paglia sminuzzata per non lasciare nudo il terreno, che poi col vento col sole e con la pioggia si stanca, se a proteggerlo non c’è ancora nemmeno una piantina!
A volte, però, l’orto proprio non c’è! Rinunciare per questo a trafficare tra le piante? Giammai! Tanto più che tra le piante si diventa un po’ maghi. Per esempio quando, da una, ne ricaviamo altre. Se c’è almeno un giardino, magari con dei mughetti in un angolo ombroso, prendiamo la forca e scalziamo sotto le piantine appena spuntate. Dividiamo con coltello bene affilato le radici – in modo che ogni sezione presenti almeno un germoglio – poi interriamo e innaffiamo. E se la scuola non ha terra? La magia di evocare nuovi individui dal nulla la volgeremo magari a una comune pianta da appartamento come Ficus elastica: un’incisione dal basso nel tronco, uno stuzzicadenti perché la corteccia non si richiuda, un foglio di plastica riempito di terriccio, da mantenere sempre umido, legato stretto sotto l’incisione, un altro legaccio in cima. Ovvero, una margotta. Tempo un mese, dal taglio si saranno formate  radici, a quel punto si taglia e si invasa. Una moltiplicazione miracolosa!
 Pia Pera