Orti condivisi e terapeutici

L'ORTO DI PACE DI ASSO

(una spunto di riflessione sull’impermanenza)

                          Asso, 3 aprile 2009
L’orto di pace, prima delle semine
Durante l’inverno, abbiamo avuto tantissima neve, sotto il nostro grande faggio pendulo e tutto intorno, piano si raccoglieva e si conservava l’acqua delle abbondanti precipitazioni. Dalle finestre della scuola si poteva ammirare una distesa di bianco, solo qualche merlo, di rado, rompeva questo silenzio e questa pace.
Dentro le classi, però, nelle menti del prof, dei ragazzi, fervevano sogni e progetti, non solo nelle menti!
Abbiamo ricevuto ed inviato corrispondenza con le parti più diverse d’Italia, con altre scuole, singoli o aziende vere e proprie che hanno ricambiato i nostri semi con altrettanti, invero, tutti sono stati generosi.
Sono stati approntati, con la collaborazione di tanti, cartelli che andranno ad illustrare le essenze che abitano il nostro orto.
Con la primavera molte classi si sono già recate ad osservare, capire, anche e perchè no, a ripulire, zappettare, aiutare a costruire piccoli bordi in pietra per le aree che poco alla volta stanno emergendo da quello che era un appezzamento unico di circa 300 metri quadri.
Sono pervenute, dono di genitori, colleghi, alunni, ed anche ex alunni, tante altre piante: erano state richieste, puntualmente la generosità della comunità scolastica si è messa in moto.
Così, ci siamo arricchiti di bulbi che fioriranno in giugno e che, una volta impiantati, sempre più numerosi faranno capolino nelle stagioni a venire. Ci sono stati donati lamponi e more senza spine, di continuo, a volte sono anche dei cittadini che hanno in simpatia questa iniziativa, giungono essenze nuove.
Nei pomeriggi di sole, tante volte, sono arrivati dei provetti coltivatori ad aiutare nella vangatura: abbiamo sistemato il “campo delle biodiversità” ed esso è pronto per riaccogliere il nostro prezioso mais “scaiola” tipico della nostra Vallassina, i nostri girasoli biodinamici, l’autunno scorso essi hanno riscosso un gran successo sia presso le api che presso tante gentildonne che ce ne hanno richiesto qualcuno.
Abbiamo, sempre con la collaborazione dei ragazzi, estratto diversi massi, il più grosso, un “sarizzo” di origine morenica è stato possibile grazie ad un escavatore. Il progetto sull’uso di queste belle sculture naturali, è presto detto, così come stanno, con qualche ritocco, useremo una bussola ed una bindella, essi sono, o meglio, saranno, un’allineamento est-ovest,
un punto di riferimento astronomico e geografico vivente.
Oppure, vedremo, si può pensare di serrarli in circolo e si presterebbero benissimo per diventare una sorta di sicure panchine per le lezioni all’aperto. Altri colleghi hanno già tenuto delle lezioni nell’orto e questo prezioso spazio, disponibile per tutta la scuola, diverrà sempre più accogliente.
Passo a descrivere le aree già definite al momento e le scelte operate.
Il nostro orto ha una buona esposizione, a sud-sud-est, tra le migliori, se non la migliore ai fini della coltivazione. A nord c’è l’edificio scolastico ed il nostro bel faggio pendulo, ad est, lato prospiciente la strada, è lì che, abbiamo sistemato le essenze da siepe
che devono schermarci dalla furia dei venti provenienti da quella direzione, nessuna siepe presenterà neanche in futuro problemi per la sua potatura e delimitazione, sono essenze controllabili.
A sud, sempre lato strada, questa volta interno, abbiamo sistemato una bordura di bulbose, di aromatiche resistenti al sole ed al vento, su questo lato abbiamo scelto essenze che rimarranno basse, in quanto è il lato dal quale il sole inonda di luce il nostro orto.
Ad ovest, lato confinante con il vicino, lato più al riparo dai venti, abbiamo sistemato il” giardino dei semplici”, con una collezione di erbe officinali sempre più ricca, il “posto delle fragole” con piantine di fragaria vesca, di ribes ed uva spina.
Resta l’entrata, in attesa di disporre di un elemento architettonico più bello e decorativo, è delimitata tra due siepi e bordure miste, da due canne di bambù. Sotto il faggio, sempre in attesa di un casotto apposito, abbiamo i nostri attrezzi da lavoro.
Qualche considerazione sul lavoro in atto, sulle connessioni nelle quali siamo inseriti, sullo scambio sempre motivante e generoso che sta interessando tutta la comunità scolastica, ho già avuto diversi incontri con le maestre della Primaria, è doverosa.
Stiamo conducendo un lavoro prezioso, il confronto con altri orti didattici, fondamentale ed istruttivo è stata la partecipazione al V Convegno nazionale degli Orti di pace a Cesena, esso va sostenuto ed in effetti lo è, perchè, ben presto, e questo sogno è stato espresso ad alta voce, resta da concretizzare in progetto, e sarà fatto, il nostro Orto di pace “esonderà” ovvero, esaurita la fase nella quale occorreva “riempire” questo spazio, arriveremo a dover “svuotare”, e lì, nell’essere un luogo dinamico, di arrivi e di partenze, di arricchimento nostro, come Istituto, e di arricchimento della valle tutta, che si giocherà il ruolo di oasi di biodiversità dei nostri magnifici 300 metri quadri circa.
Tutto si potrà fare, tutto è ancora da fare, prossimamente, le semine, ma nulla si sarebbe potuto fare senza l’organizzazione affettuosa di questo progetto.
E questo progetto appartiene alla scuola tutta, al Dirigente, agli Insegnanti, agli alunni, al personale scolastico, ai genitori e parenti dei nostri allievi.
Non posso esimermi, nel concludere questa relazione, dall’augurare a tutti quanti vorranno essere ancora partecipi di questa bell’avventura dell’Orto di pace, un sentito auguri di Buona Primavera e Buone Festività a tutti!
Teodoro Margarita, responsabile del progetto
MA POI:
Tutto distrutto, devastato, azzerato, proprio così, ground zero.
Stamane 17 luglio venerdi alle 7.00, luna rossa e calante, si è scatenato un nubifragio con chicchi di grandine grossi come uova, mai vista una cosa simile da queste parti.
La Vallassina, valle a nord di Erba, tra Como e Lecco, è diventata un campo di battaglia.
Attività commerciali sospese, strade e case allagate, rigagnoli che son diventati fiumare: un mare d’acqua ha sommerso e messo in crisi decine di abitazioni.
Nessun morto o ferito ma acqua tanta, fino a 1.70 m nelle case ai pianoterra.
E poi tanta grandine, l’Orto di pace non c’è più.
Pomodori, zucche e zucchine, cetrioli, insalata, bietole, tutto reciso, e gladioli, si ritenevano troppo belli e son stati puniti dal Cielo invidioso?
Salve le aromatiche che si riprenderanno tutte, salve le bordure basse, salve le siepi e salvo pure lo spaventapasseri costruito con amore e fantasia dai bimbi delle elementari.
No, non è morto l’Orto di Pace di Asso, ha solo subito un colpo durissimo.
Certi della rifioritura, appena le condizioni meteo lo permetteranno, il suo custode andrà a recuperare il recuperabile e procederà a nuove semine.
Da Asso, con l’immagine dei gloriosi gladioli sbattuti per terra come da neanche il peggior discolaccio,
un caro saluto.
Teodoro Margarita
P.S.: anche sull’orto di casa e in tutta la valle Giove Pluvio ha scatenato lo stesso putiferio, uguale e mortifero, il risultato.