Orti condivisi e terapeutici

PROGETTO PER UN GIARDINO SENSORIALE IN LIBANO

Progetto : Creazione di un Giardino sensoriale  per bambini  per arricchire di un  nuovo senso la vita insieme tra le diverse comunità religiose in Libano   .
L’inquinamento,  l’ ignoranza e l’ indifferenza nei riguardi  dell’ambiente, che sono onnipresenti in Libano, ci hanno indotto a pensare ad un progetto avente  per obiettivo quello di educare giovani e adolescenti delle scuole alla conoscenza e alla  conservazione dell’ambiente che li  circonda e  far loro scoprire l’importanza  di  entrare in comunicazione con tutte le componenti dell’ambiente circostante. Abbiamo deciso, per raggiungere il nostro scopo,  di creare un  Giardino di educazione sensoriale che favorisca  il rafforzamento dei legami tra le persone e l’ambiente naturale  nel quale vivono e lo sviluppo di un nuovo, più consapevole e  rispettoso comportamento nei suoi riguardi. Lo scopo è  di far scoprire, agli allievi, a partire dai più piccoli, e, tramite loro anche agli adulti , l’importanza del  legame inseparabile tra la  vita sulla terra  e la necessità di un comportamento rispettoso della natura.
Il sito dove il progetto sarà realizzato  è una bella collina nel villaggio di Kfarnabrakh nella regione del Chouf nel Monte Libano. Kfarnabrakh si trova a circa 1100 metri di altezza e a km 20 dal Mediterraneo, tra le montagne dei cedri di Barouk da una parte  e dall’altra  il mare della cittadina  di Damour. Si trova  a circa km 45 da Beyrouth, a  km   45 dalla cittadina di Zahle nella Bekaa ,  a km  45 km da Saida a sud. La zona è rigogliosa di piante selvatiche e da frutto : querce , olivi, meli , fichi , viti .  È anche un terreno fertile per le leguminose.
Kfarnabrakh è un villaggio dove vivono insieme drusi e cristiani, vittime dell’ultima guerra  che  ha  rotto i legami sociali . Adesso,  dopo la guerra, è necessario aiutare le due diverse comunità religiose  al  ritorno alla vita insieme  .
Auspichiamo fortemente che la realizzazione  di questo progetto faccia  unire gli abitanti di Kfarnabrakh, favorisca la comunicazione e il reincontro tra loro e li aiuti a  ritessere legami  che stimolino la condivisione della vita e la nascita di  interessi  e desideri  condivisibili  da  diverse confessioni religiose, etnie , persone di ogni condizione  sociale e sesso,  che, sotto la bandiera universale della salvaguardia dell’ambiente, ri costituiscano la  trama su cui tessere  buone relazioni  sociali, da tempo logorate,  tra gli abitanti del territorio.
Il Giardino sensoriale è concepito per i bambini scolarizzati del territorio  e la sensibilizzazione comprende anche tutto il personale scolastico della scuola che costruisce e sviluppa il progetto . Inoltre l’obiettivo è quello di estendere l’impatto di questa futura realizzazione sulle altre scuole della regione , suscitare iniziative identiche per generalizzare nell’ambiente scolastico della regione  e delle altre regioni del Libano  l’apprendimento di un approccio rispettoso e  consapevole con il mondo circostante.
Venerdì  18 novembre 2011,  con Abuna Abdo Raad,  sono stata per la prima volta a  Kfarnabrakh  a vedere l’appezzamento di terreno, da tempo di  proprietà della Sua  famiglia,  dove desidera realizzare un  sogno : la creazione di” un Giardino sensoriale    per i bambini per dare un nuovo senso alla vita insieme “ .
Lì Abuna Abdo  andava a giocare da bambino . Lì fantasticava sulle forme delle pietre che gli  evocavano animali veri e fantastici,   seguiva il gioco delle ombre create dal cammino del sole e della luna nel cielo , lì osservava e si incuriosiva  per la vita delle  le piante spontanee e seguiva i movimenti dei piccoli abitatori del  suo Giardino-Paradiso.
L’intenzione è  di  NON  spianare il terreno, NON  fare terrazzamenti, bensì  rimuovere e spostare  il MINOR numero possibile di pietre e sassi , cioè di non intervenire in maniera da perdere la memoria di  quegli elementi che  rendono  “quel “ pezzo di pianeta , unico al mondo , di non stravolgere il giardino del piccolo Abdo .
Si desidera  tuttavia realizzare un giardino, non lasciare il posto alla sua evoluzione assolutamente naturale,  il che implica che ci sia un giardiniere che, interpretando e immedesimandosi nella Natura del luogo, mettendosi , ripeto, dalla parte della Natura , sappia valorizzare tutti i suoi aspetti più specifici mettendone in evidenza le caratteristiche uniche e,  dopo avere stretto  un patto,  creato  un  accordo, raggiunto una  armonia con la Natura di quel luogo, concepisca e realizzi il sogno di Abuna Abdo : un Giardino sensoriale per dare un  Nuovo  senso alla vita insieme .
Così questo giardiniere non deciderà da solo dove realizzare le aiuole  del giardino ma si farà consigliare dalle curvature del terreno, dagli avvallamenti che trattengono l’acqua piovana più di altri, dai piccoli e grandi spazi che si aprono  tra  le pietre e dall’osservazione delle specie  di piante che già dimorano ora lì e che danno una preziosa e precisa indicazione sulla composizione  di quel terreno. Sarà una collaborazione   continua e senza fine tra  l’uomo e la natura: un progetto di vita proprio come l’ha sognato Abuna Abdo .
Una piccola parte di quel terreno verrà lasciata completamente libera di evolvere a suo piacimento  senza alcun intervento del giardiniere e costituirà un importantissimo laboratorio sulla biodiversità e fitosociologia  del luogo.
I confini della proprietà saranno definiti da una siepe multifunzionale  di alberi propri del territorio che  avrà  una funzione estetica , una di protezione da possibili inquinamenti esterni  e dai venti , diventerà un micro sistema per la vita di insetti, uccelli e piccoli animali selvatici con cui il giardino sensoriale  imparerà  a convivere e  produrrà frutta per squisite confetture e dissetanti sciroppi . Anche in questo spazio l’intervento dell’uomo sarà discreto ed essenziale per non turbare gli equilibri naturali che nel tempo si formeranno.  Una vite, per gli antichi l’albero cosmico,  che si arrampica sul vicino albero di mandorle abbracciandolo teneramente è un’ opera d’arte , è una scultura che i visitatori non dimenticheranno mai .
Crediamo che più che diserbare  sia meglio adottare un sistema di convivenza con le erbe. Le cosiddette “erbacce”, della cui  utilità siamo convintissimi, cioè  quelle che si mescolano , senza essere state invitate, a quelle  che abbiamo seminato, potrebbero invece rivelarsi una ottima consociazione e quindi favorire la salute delle piante nostre protette.  non strapperemo le erbe “vagabonde”, erbe che abbiamo seminato in altra parte del giardino e che sono invece nate anche altrove, ma cerchiamo di capire se  per caso in quella parte dell’appezzamento il terreno sarebbe stato più adatto per quella specie  e in ogni caso potremo anche cercare di modificare, superare il  punto di vista del   “fuori posto “ , del “in disordine “  e approdare a “ è l’ordine con cui la natura si evolve in quel luogo” , è” l’opera d’arte in movimento” che la  natura crea e ricrea in ogni istante per stupirci e incuriosirci. Non avremmo potuto immaginarcela ! Che meraviglia !
Ci teniamo ad esprimere  con forza la nostra convinzione a non adoperare prodotti di sintesi per la concimazione, il diserbo e la lotta alle malattie. Riteniamo infatti che lo  sforzo quotidiano di trovare una convivenza con la natura adoperando solo metodi e ingredienti naturali, oltre all’evidente vantaggio di non aggravare l’inquinamento del pianeta,  sia una motivazione importante   per studiare e capire la biologia degli esseri viventi che tutti insieme, in competizione sinergica,comporranno il nostro Giardino di Kfarnabrakh.
Tanti Giardini di Kfarnabrakh compongono il Giardino Planetario! Che sia una via per la Pace Planetaria !
Verrà richiesto ai locali di  portare  piante  e/o semi che  ritengano  in via di estinzione per avere riconosciuto che il numero degli esemplari, secondo le conoscenze che solo loro possono avere del territorio, è andato recentemente diminuendo   e/o che coltivano solo nel loro giardino, solo perché   ricevuti in eredità dai padri. Sarà questo motivo di coinvolgimento diretto della popolazione locale al progetto e contributo prezioso per la salvaguardia della biodiversità.
All’interno del Giardino ci sarà uno spazio dove gli  abitanti del luogo, che  coltiveranno negli  appezzamenti di proprietà,  con metodi rispettosi della Natura,   le stesse essenze  presenti nel Giardino e/ o  altre tipiche del territorio,  avranno  l’opportunità di vendere i propri prodotti .
La progettazione non può essere al computer  ma va fatta in loco,  giorno per giorno, sentendo il parere di chi ha vissuto quei luoghi e  inserendosi con dolcezza, senza aggressività o violenze  nella evoluzione propria di quel terreno. Chi eseguirà i lavori non potrà essere un puro  esecutore materiale di indicazioni che non sente , non vive , non lo appassionano e non lo emozionano e dovrà prendersi il serio impegno di non fare alcun passo senza aver  sempre  valutato a fondo  come è stato modificato il luogo dal passo precedente e come potrebbe  diventare dopo quello successivo e per fare questo dovrà sempre lasciare il tempo che la Natura si abitui al cambiamento e possa Lei stessa fornire la via più idonea per proseguire . Dovrà quindi  saper aspettare e ascoltare .
Sarà riconoscibile un punto di AMICIZIA   dove chi entra nel Giardino sarà libero di pregare il proprio credo, qualunque esso sia!
Abuna Abdo Raad e Maria Dalla Francesca